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Sul Canapè del Notariato

Il nuovo spazio di confronto per una politica di cateogria

Sul Canapè del Notariato

MERCOLEDì 16 LUGLIO – ORE 19:00

Riconosciuti 2 crediti formativi con valenza deontologica

Cosa dovrà fare il nuovo consiglio?
Ovvero
Il consiglio che vorrei

Seppur con regole un po’ diverse, si sta concludendo il conclave Notarile. Tra poco avremo il nuovo Papa e la sua nuova Curia.

Certamente la curiosità non è quella che coinvolge il mondo conosciuto, ma ugualmente è quell’attesa del nuovo che sta per arrivare, mista alla speranza, che a volte si cambia in timore, di ciò che sarà.

Che cosa penserà?

Che obiettivi vorrà perseguire il nuovo Papa, pardon, il nuovo Presidente?

Quali saranno le sue priorità?

Come il popolo di Dio, anche il popolo del notariato ha bisogno della salvezza, non certo quella con la “S” maiuscola, ma sempre di salvezza si parla.

Il Notariato ha bisogno di vita nuova, non nei cieli eterni, ma qui e ora.

Durante questo tempo di attesa abbiamo la certezza che il collegio porporato ha vissuto e sta vivendo intensi momenti di confronto, diretti alla più pura e profonda conoscenza di sé, avulsi da interessi personali, nella piena disponibilità di servire il popolo notarile, restii ad accettare le poltrone più visibili perché sono poi le più scomode e impegnative.

Nel nostro piccolo allora, in questo tempo di attesa, vogliamo dare un aiuto al nuovo che sta arrivando, dichiarandoci da subito pienamente disposti a supportare chi lavorerà e lotterà per il Notariato, consapevole delle enormi sfide che la categoria deve affrontare e che lo deve fare nel minor tempo possibile, essendo questo un momento più che favorevole.

Il timoniere della barca del notariato dovrà avere una unica bussola:

la difesa della DIGNITÀ DEL NOTAIO.

Molto è stato fatto per comunicare all’esterno della categoria che il notariato è vicino alle persone, con i testamenti solidali, con il terzo settore, con la legalità nelle scuole, con le Guide per il cittadino, con la Volontaria Giurisdizione e con tante altre cose, ma altre sono le funzioni per cui il notariato è indispensabile alla struttura dello Stato. E di queste si deve parlare e informare.

La funzione notarile è funzione dello Stato.

La certezza dei rapporti tra i cittadini derivante da un atto notarile è certezza dello Stato e certezza per lo Stato.

Le varie competenze affidate dallo Stato al Notaio svolgono una funzione sussidiaria a favore dello Stato e di ogni cittadino.

L’alta formazione giuridica del Notaio è garanzia per lo Stato.

L’accesso alla funzione notarile è accesso ad una funzione dello Stato.

La terzietà del Notaio è la terzietà dello Stato.

Il notariato è Stato nella liquidazione e versamento delle imposte dei cittadini.

Il costo della funzione notarile è sostenuto da coloro che ne utilizzano ed è ripartito tra tutte le parti.

Il Presidente dovrà essere alla guida di un Consiglio che, con fermezza e decisione, prenda in mano i temi che il precedente non ha avuto tempo di concludere o di aprire.

Ecco di che cosa parliamo.

1) LA DIGNITÀ DELL’EQUO COMPENSO.

Il Consiglio uscente ha fatto tanto, ma tanto c’è da fare e soprattutto da comunicare, dentro e fuori alla categoria. Con la nostra Associazione abbiamo iniziato a dare un contribuito e continueremo a farlo.

(Siamo ancora in attesa di una risposta alla lettera aperta indirizzata al Consiglio uscente).  

Non temete. Non ci fermeremo. E vogliamo che nemmeno il Consiglio abbia timore e reverenza verso la politica, alla quale è arrivato il momento di chiedere l’approvazione dei parametri per applicare l’equo compenso a tutti i cittadini che hanno bisogno della pubblica funzione del Notaio. Non serve alcuna altra modifica normativa, ma solo chiedere l’approvazione dei parametri.

2) LA DIGNITÀ COSTITUZIONALE.

Il Notaio è già nella Costituzione sostanziale. E’ pertanto imperativo che venga esplicitata anche nella Costituzione formale la funzione notarile, come elemento imprescindibile della struttura dello Stato.

Il Ministro ha riconosciuto la giustezza della richiesta che la Costituzione recepisca nel suo testo la figura dell’avvocato, libero professionista, difensore tecnico di parte.

A maggior ragione, il testo formale della Costituzione deve essere arricchito di quanto è già nella sostanza dell’ordinamento costituzionale; a fianco della magistratura, deve essere riconosciuto l’altro pilastro dell’ordinamento: il notariato.

3) LA DIGNITÀ DELL’INTELLIGENZA.

Quella aumentata, per non dire artificiale, non è più la frontiera, ma è la quotidianità. La “nostra” Notartel sforna tante novità e sappiamo che ci sta lavorando, ma cosa sta facendo? Quali sono gli obiettivi che sta perseguendo in materia di IA?

“Il cosiddetto Machine Learning, una delle forme più diffuse di algoritmo per l’AI, ha una sua forma opaca che nel caso della giustizia porta un paradosso: da un lato permette una automazione spinta, rafforzando la burocratizzazione; dall’altro, l’opacità dei suoi processi decisionali compromette la trasparenza e l’equità, mettendo in crisi l’ideale weberiano dell’organizzazione degli Uffici.

Di fatto l’utilizzo del machine Learning opaco pone sfide etiche e politiche cruciali, che richiedono un’attenta riflessione sul ruolo degli algoritmi nella società e sulle possibili conseguenze del loro utilizzo. La domanda centrale che emerge è: come garantire trasparenza, equità e responsabilità in questa frontiera di un mondo digitale in cui le decisioni sono sempre più spesso affidate ad algoritmo opachi?” (P. Benanti).

4) LA DIGNITÀ DELLA PENSIONE.

Il rinnovamento del CNN è affiancato dal rinnovamento del Consiglio della nostra Cassa. Non si può non definire “caldo” il tema delle pensioni: è necessario che senza ulteriori indugi e difese se ne parli di più.

A volte pare che parlare di pensioni sia per molti notai come parlare di qualcosa di interesse altrui, tipo l’ingegneria molecolare.

Il Consiglio uscente della Cassa ha fatto tanto in materia di informazione alla categoria, ma bisogna intensificare ancora di più tale attività e stimolare il confronto: si può contemperare la matrice solidaristica idealizzata della nostra categoria, con la volontà e la capacità di contribuire con il proprio lavoro al futuro, non solo di tutta la categoria, ma del singolo Notaio?

IL SONDAGGIO DELL’ALDO:
TARIFFA SÌ O TARIFFA NO?

L’Associazione propone un brevissimo sondaggio, aperto a tutti i Notai italiani, sul tema della tariffa notarile, anche oggetto delle prime puntate de ‘Sul Canapè del Notariato’.

È possibile rispondere alle due domande al seguente link:
https://forms.gle/t6U5Ko5jMUbBnDuk8

Ci vorrà solo un minuto, e più colleghi risponderanno, maggiore sarà l’impatto!

LA DIGNITÀ DEL NOTAIO

Dalla prima puntata del Canapè del Notariato, l’intervista al Prof. Giuseppe Musolino in 6 passaggi
Della tariffa e della sua necessità ovvero La dignità del Notaio

A voler contare il tempo, come piace fare a noi dell’Associazione dei Notai ‘Aldo Dalla Rovere’, nel 2026 saranno trascorsi 4 lustri da quando la tariffa venne riposta nel cassetto dei ricordi.

Un anniversario, questo, che ci impone di trarre delle conclusioni sugli effetti che questa scelta, compiuta sulla scia di quell’ondata populista che, come tutti i populismi, anche allora immaginò di trovare risposte semplicistiche a problemi complessi, attraverso politiche inefficaci o, peggio, dannose: il sonno della complessità genera mostri.

Tra i cavalli di battaglia dei generali della banalizzazione semplificatrice, c’è stata la lotta alla presunta élite delle libere professioni, ree di essere altro rispetto all’impresa; di essere depositarie di competenze scientifiche frutto di anni di studi e specializzazioni; colpevoli di essere riconosciute dallo Stato per l’importanza dell’attività svolta, nella società, attraverso il proprio operato.

Ancor più semplicistico, e dannoso in modo esponenziale, fu riconoscere il Notariato solo e soltanto nella sua componente professionale, e non già per la funzione istituzionale che gli è connaturata.

Con l’abolizione della tariffa notarile il corpo statale, con moto autolesionistico, provò a staccarsi un paio di dita per darle in pasto a una piazza nutrita dalla carne del qualunquismo.

È bene ricordare a noi stessi che quella notarile è funzione essenziale per lo Stato, come vuole il nostro sistema; noi Notai garantiamo la certezza e la legalità degli atti giuridici, tutelando sia gli interessi dei privati che quelli dello Stato.

Perché abbiamo timore di dire con fermezza che siamo Stato?

Con il nostro quotidiano operare – fatto di vicinanza ai cittadini, ai lavoratori, agli imprenditori, alle famiglie, agli anziani e ai fragili, fatto di ascolto, di consiglio – noi siamo Stato.

E per adempiere con giudizio e senso della funzione, per non pregiudicare il munus ricevuto, rispondiamo prontamente alla necessità di essere continuamente formati e continuamente contribuiamo a formare il diritto vivente, con la nostra dottrina fatta di studio e di ricerca, di vita vissuta tra i cittadini; non certo meno, per esempio, di quanto non faccia un Magistrato.

Tutto questo ha bisogno di essere riconosciuto da quello Stato che a noi chiede tutto questo, e che da noi riceve piena e pronta risposta.

Ora: la tariffa.

La tariffa è il corrispettivo che lo Stato deve stabilire per i servizi che il Notariato, nell’esercizio della propria funzione, rende alla collettività.

Non si tratta di servizi fungibili, bensì di servizi pubblici erogati da chi si è assunto in proprio l’intero onere della struttura necessaria a erogarli, secondo la disciplina dettata dallo Stato stesso.

I corrispettivi per i nostri servizi non possono essere oggetto di libera contrattazione, ma giustamente corrisposti da coloro che ne traggono il vantaggio, secondo una tariffa uniforme.

Crediamo sia arrivato il momento di riaprire quel cassetto ed estrarne la nostra tariffa, aggiornata e consona all’alto servizio pubblico che svolgiamo.

Da anni i ricavi del Notariato (e, per quello che ci riguarda più da vicino, quelli del notariato emiliano-romagnolo) non sono più coerenti con la remunerazione del lavoro professionale e della funzione che il Notaio svolge.

È il notariato italiano a subire il mancato riconoscimento della propria funzione con manifestazioni diverse, ma in modo particolare e concretamente, nella perdita di valore economico.

La riflessione è circoscritta all’ambito regionale e da qui parte, perché è in tale contesto che il Comitato adottò, nel 2001, la tariffa “in euro”, con i cosiddetti schemi “Montalti”.

Ce lo ha chiesto l’Europa? Sicuramente siamo stati “lenzuolati”, e il modello della pura concorrenza, non più riconosciuto come corretto e utile al mercato in ambito imprenditoriale, lo abbiamo magistralmente subito.

I danni potenziali alla funzione (non solo alle tasche dei singoli) sono evidenti. I rischi per il cittadino sono aumentati.

È necessario tornare parlare di tariffa, senza paura. Anzi, senza paure di alcun tipo.

La tariffa non è Voldemort.

 

Carlo Camocardi,

Presidente dell’Associazione dei Notai ‘Aldo Dalla Rovere’

Tra poco la diretta della 3^ puntata de Sul Canapè del Notariato

16 aprile: Finalmente la tariffa?

Con il Notaio Paolo Piccoli
in dialogo con i colleghi
𝗜𝗹𝗮𝗿𝗶𝗮 𝗠𝗼𝗻𝘁𝗮𝗻𝗮𝗿𝗶 e 𝗔𝗹𝗲𝘀𝘀𝗮𝗻𝗱𝗿𝗼 𝗣𝗮𝗻𝘇𝗲𝗿𝗮